Nebbiolo, il vitigno delle Langhe delicato e molto pregiato

Il suo nome evoca le colline pedemontane nelle fresche mattine autunnali, quando le valli e le vigne giacciono nascoste sotto una spettrale coltre di nebbia. Il nome è molto appropriato per questa varietà di uva a maturazione tardiva, che viene raccolta più tardi nell’anno rispetto ad altri vitigni tipici del Piemonte come Barbera e Dolcetto.

Spesso infatti la vendemmia che inizia a metà ottobre si protrae fino a primi giorni di novembre, in condizioni climatiche nebbiose e invernali, da qui il nome Nebbiolo. Un’altra teoria legata all’etimologia del nome fa riferimento all’aspetto “annebbiato” dei suoi acini.

Si tratta di un vitigno autoctono piemontese le cui lodi venivano decantate già nel XVI secolo. Allo stesso tempo è un vitigno piuttosto delicato, che predilige specifici territori umidi e con presenza di marnee calcaree nel sottosuolo.

È notoriamente esigente su dove cresce, richiede un buon drenaggio e una stagione di crescita lunga e luminosa. In Piemonte è una delle prime varietà a fiorire e l’ultima a maturare, il che la rende molto suscettibile alle intemperie sia primaverili che autunnali.

La sua resa in vigna è bassa, ma questo viene compensato da un’elevatissima qualità e da caratteristiche peculiari che danno vita a vini complessi, austeri e particolarmente longevi.

Se il Pinot Noir è riconosciuto da molti come l’uva più pregiata ed intrigante del mondo, il Nebbiolo può ben essere considerato un degno rivale. In comune questi due vitigni hanno anche la difficoltà ad essere trapiantati altrove.