La Chiavennasca, scopriamo il Nebbiolo della Valtellina

In questa regione del Nord Italia si producono vini dallo stile più marcato e spigoloso rispetto a quelli piemontesi che sono tipicamente più profondi e complessi. Per ottenere una maggiore concentrazione nei vini alcuni produttori fanno appassire le loro uve.

Questo processo è molto simile a quello che viene utilizzato per l'Amarone della Valpolicella ed in Valtellina porta alla nascita del vino Sfursat o Sforzato, una delle migliori espressioni dell’uva Chiavennasca.

Storia e caratteristiche dell’uva Chiavennasca

Il Nebbiolo, la varietà alla base dei famosi vini Barolo e Barbaresco delle Langhe, è considerata l'uva più nobile d'Italia, principalmente per via delle sue splendide espressioni piemontesi.

Ma questo vitigno brilla anche altrove nel profondo nord Italiano, e più precisamente nella regione vinicola della Valtellina, una valle che si snoda da est a ovest seguendo la dorsale delle Alpi Retiche in provincia di Sondrio, vicino al confine con la Svizzera.

I primi documenti storici che citano l’uva Nebbiolo risalgono al 1268 mentre la menzione della parola Chiavennasca per riferirsi a quest’uva in Valtellina risale al 1595.

I risultati del DNA indicano che questo vitigno potrebbe aver avuto origine in Valtellina o Piemonte ma la varietà è così antica che risulta difficile definire con certezza il luogo di nascita.

Il territorio della Chiavennasca

Il clima in Valtellina è fresco, ma questo è in qualche modo mitigato dall'abbondante esposizione solare di cui godono i versanti esposti a sud. Le malattie sono tenute a bada dalle fresche brezze alpine e dall'aria calda che soffia dal Lago di Como, permettendo una crescita regolare delle uve. I terreni qui sono alluvionali, ghiaiosi e ricchi di silice.

I massi più grandi che punteggiano la valle raccolgono calore durante il giorno e lo rilasciano durante la notte, mitigando l'elevata escursione termica e aiutando a prevenire le gelate primaverili.

I vigneti di Chiavennasca sono piantati sui pendii soleggiati esposti a sud per favorire la maturazione e su terrazzamenti scavati manualmente dagli abitanti del luogo ad altitudini che vanno da 230 a 760 mt s.l.m.

In alcuni casi i vigneti sono così ripidi che in certi appezzamenti sono stati posati dei binari per consentire a piccoli dispositivi di trasportare sul fondo l'uva vendemmiata.

Si tratta di vera e propria viticoltura eroica. Qui l'uva fa più fatica a maturare e non produce il tannino distinto che si trova nel Nebbiolo del Piemonte.

I vini e le denominazioni dell’uva Chiavennasca

Il vino principale elaborato a base di Chiavennasca è il Valtellina Superiore DOCG. Un totale di 282 ettari sono dedicati a questo vino con una produzione annua di 140.000 casse. Dopo essere stato riconosciuto con la DOC nel 1968 il vino è stato promosso a DOCG nel 1998.

Il vino Valtellina Superiore è invecchiato per un minimo di 24 mesi mentre un Valtellina Superiore Riserva deve essere invecchiato per un minimo di 36 mesi per fregiarsi di questo titolo.

Le uve che non sono di qualità Superiore possono essere vinificato come vino DOC Rosso di Valtellina. A loro volta i vini DOC e DOCG possono essere etichettati con il nome di una delle cinque sottozone: Grumello, Inferno, Sassella, Valgella e Maroggia.

Dalla zona di Sassella provengono i vini più eleganti e complessi della denominazione, per via della presenza di ferro nel suolo. Grumello propone un vino più liscio e morbido pur mantenendo la complessità.

Inferno è la sottozona più calda e soleggiata; qui nasce un vino Chiavennasca della Valtellina robusto e molto alcolico, il contrario di Valgella, dove il freddo porta alla nascita di un vino fresco, acidulo, delicato e profumato.

L’altro grande vino a base di Chiavennasca è lo Sforzato di Valtellina DOCG, prodotto con uno stile particolare per cui le uve vengono fatte appassire per concentrare gli zuccheri prima della fermentazione. Il vino viene fatto fermentare secco ed invecchiato per 20 mesi, ed il livello alcolico minimo è del 14%.

Caratteristiche ed abbinamenti del vino Chiavennasca

La Chiavennasca o Nebbiolo della Valtellina tende ad essere più rustico e meno pronto rispetto ai Nebbioli del Piemonte, Quando le uve sono ben gestite e si aspetta qualche anno prima di stappare, i vini possono regalare note di frutta vibrante, complessi aromi di spezie e tessitura fine.

L'aroma della maggior parte dei vini è dominato da note di frutta, a differenza del Nebbiolo piemontese che propone un mix di aromi secondari complessi, terrosi e speziati.

Il raggiungimento di un buon equilibrio tra tannino, alcol e acidità rende la Chiavennasca un vino dalle notevoli prospettive. Nel caso dello Sforzato, il colore è rubino intenso con riflessi che tendono al granato.

Il bouquet aromatico propone sentori di frutta matura che si aggiungono a note speziate di cacao, legno, tabacco e caffè. Il sapore è morbido ed asciutto.

Sia nella versione Valtellina Superiore DOCG che nella tipologia Rosso di Valtellina, il vino Chiavennasca si abbina bene ai piatti regionali, come carne di manzo, bresaola, pizzoccheri e formaggi di montagna come il Bitto.

Per lo Sforzato di Valtellina un altro abbinamento consigliato è la selvaggina, oltre a polenta taragna e carne rossa in umido.

I più celebri vini Chiavennasca ed i migliori produttori

Alcuni dei produttori più celebri di questa piccola regione vinicola sono Nino Negri, Rainoldi, Domenico Triacca e Fay.

Su Svino.it potete trovare Ar.Pe.Pe, che propone il fantastico Valtellina Superiore Riserva Sassella Rocce Rosse DOCG, l’Azienda Agricola Pizzo Coca, che propone diverse etichette interessantissime e raffinate tra cui il vino Valtellina Superiore Riserva Grumello DOCG e gli ottimi vini di Marco Ferrari tra cui lo strepitoso Valtellina Superiore Inferno.