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Elenco dei prodotti per la Cantina Paolo Giordano

Continuare la tradizione, apportando nuove idee di vinificazione sostenibile, rivitalizzando al tempo stesso i vigneti: questo è il mix nell’approccio al vino di Paolo Giordano, giovane enologo delle Langhe che sta facendo parlare di sé grazie al suo Barolo Perno.

Storia della cantina Paolo Giordano

Le origini dell’azienda vinicola Paolo Giordano risalgono al 1939, quando tre fratelli iniziarono a produrre i vini tipici locali: Dolcetto, Barbera, Langhe Nebbiolo e Barolo, vendendoli principalmente in damigiana. Solo pochi selezionati clienti di Milano, Genova e Torino richiedevano vini in bottiglia.

Alla morte del terzo fratello, nel 1994, l'azienda venne abbandonata e la coltivazione dei vigneti fu affidata a terzi, fino a quando gli sposi Ileana e Paolo Giordano, recentemente, hanno deciso di raccoglierne il testimone.

Il territorio e i vigneti

Le uve Nebbiolo utilizzate per produrre il vino Barolo Perno vengono coltivate nell’omonimo vigneto situato a metà strada tra Castiglione Falletto e Monforte d’Alba, a 380 metri sul livello del mare, con esposizione sud-sudovest. Si tratta di uve piantate originariamente nel 1986. La prima parte della vinificazione avviene nella cantina della famiglia Benevelli a Monforte, per poi essere completata nella piccola cantina di proprietà.

Paolo Giordano è andato a scuola proprio dall'amico Massimo Benevelli, che gli ha trasmesso la passione per il lavoro ed il rispetto verso l’ambiente e la terra. Seppur sia solo alle prime esperienze di vinificazione, Paolo ha già saputo mostrare che i suoi vini delle Langhe hanno un carattere peculiare ed un gusto intrigante. Sarà interessante seguire la sua evoluzione nel corso degli anni.

Lo stile dei vini di Paolo Giordano

La cantina Paolo Giordano ha una piccola produzione di vini Langhe Nebbiolo (3300 bottiglie all’anno) e Barolo Perno (1200 bottiglie), a cui recentemente si è aggiunto anche un vino Dolcetto d’Alba.

Il Langhe Nebbiolo proviene da vigneti piantati nel 1990 e nel 2010, passa per 20 giorni di macerazione, e viene poi invecchiato per 6 mesi, per metà in vasche d'acciaio e per metà in botti di rovere usate, prima di trascorrere altri 6 mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.

La prima annata di vino Barolo è stata il 2018 proprio con l’etichetta Perno. Questo vino passa per una macerazione di 20 giorni, per poi affinare per 24 mesi in botti di rovere e successivamente maturare 12 mesi in bottiglia.

Degustazione ed abbinamento dei vini

Il Barolo Perno di Paolo Giordano si presenta nel calice con una sfumatura rubino intenso e riflessi granati. La viscosità evidente rivela la sua struttura complessa. Gli aromi avvolgenti di ciliegie mature, rosa rossa e pepe nero sono seguite da note terziarie di cuoio e tabacco, sottolineando l'intricata evoluzione in botte e in bottiglia.

All’assaggio questo vino si manifesta con una potenza controllata. I tannini sono solidi ma arrotondati, conferendo una sensazione vellutata. La persistenza dei sapori di frutti rossi, accompagnata da sentori di liquirizia e cioccolato fondente, rende ogni sorso un'esperienza appagante.

In quanto agli abbinamenti gastronomici, la complessità di questo vino trova un perfetto equilibrio con il sapore ricco e succulento dell'osso buco, formaggi stagionati come Asiago, Castelmagno e Testun ed infine la carne di cinghiale brasata.

Dal canto suo il Langhe Nebbiolo possiede un bouquet aromatico elegante di rose appassite, ciliegie mature e una leggera sfumatura di spezie. In bocca, il vino si presenta armonioso e ben strutturato, con tannini setosi che avvolgono il palato con delicatezza.

Da provare in abbinamento ad un classico piatto di tagliatelle al ragù di carne. Anche la carne brasata, con la sua consistenza morbida e i sapori intensi, trova un partner ideale nel Langhe Nebbiolo di Paolo Giordano.

Infine, il Dolcetto d'Alba si presenta con un colore rubino intenso, caratterizzato da riflessi violacei. Al naso, si apre con un bouquet fruttato e floreale, in cui spiccano note di ciliegia, mora selvatica e violette. All’assaggio il vino si dimostra avvolgente e morbido, con una piacevole vena tannica.

Questo vino è un compagno ideale per numerose pietanze della cucina italiana, tra cui affettati misti, zuppe di legumi, formaggi dal sapore medio, come il taleggio o il pecorino fresco, ed una tagliata di carne. Si consiglia di servirlo leggermente fresco, a una temperatura di 16-18°C, per esaltarne le caratteristiche aromatiche.